fonte: lasottilelineadombra.com

Salvador Dalí, una delle sue opere più conosciute

Salvador Dalí e Il sogno causato dal volo di un’ape attorno a una melograna un attimo prima del risveglio. Una delle opere più entusiasmanti dell’artista catalano

“Il sogno causato dal volo di un’ape attorno a una melograna un attimo prima del risveglio” è un dipinto olio su tela del 1944, dell’artista catalano Salvador Dalí. Quest’opera si può considerare iperrealista poiché le immagini risultano minuziosamente dettagliate e con la massima messa a fuoco. In primo piano, compare una figura femminile: Gala, musa ispiratrice nonché moglie dell’artista, ritratta mentre dorme nuda sospesa su uno scoglio, con le braccia poste dietro la nuca.

Tutta la sequenza di immagini presenti, sono scaturite dal ronzio di un’ape, che secondo un’interpretazione, volava attorno all’orecchio della donna durante il sonno e che probabilmente punse anche lo stesso Dalí.
Il momento che viene raffigurato è successivo alla puntura ma precedente alla sensazione di dolore, di fatti è presente una baionetta, la quale simboleggia il pungiglione, che sfiora leggermente il lembo di pelle della modella. Le tigri colorate di giallo e nero, rappresentano il corpo stesso dell’ape mentre l’ombra della piccola melagrana, a forma di cuore è il segno dell’amore che l’artista prova verso sua moglie.
In basso, quasi impercettibili, sono presenti due gocce d’acqua che sono considerate simbolo della purificazione raggiunta mediante il dolore. Sullo sfondo con zampe lunghissime e sottili, somiglianti a quelle di un insetto, è presente un elefantino (simbolo di saggezza) che sul dorso regge un obelisco.
Questo tratto può essere inteso come un chiaro riferimento all’obelisco della Minerva ideato dal Bernini, che a sua volta si ispirò al famoso romanzo allegorico Hypnerotomachia Poliphili, (La battaglia d’amore nel sogno di Polifilo).

Salvador Dalì, con la sua pittura, riuscì a trattare uno dei processi mentali indagati da Sigmund Freud, ovvero l’effetto che uno stimolo esterno, percepito durante il sonno, produce su ciò che stiamo sognando. L’ intenzione di Dalì fu quella di riprodurre la vita onirica, attraverso le cosiddette “fotografie di sogni dipinte a mano “. Freud definiva la via del sogno “via règia” ovvero la via principale per entrare in contatto con i contenuti nascosti dell’inconscio, quest’ultima è considerata come un qualcosa di imprescindibile, dove l’ immaginazione viene espressa senza censure.

Una delle metodologie principali del Surrealismo fu l’automatismo psichico, termine coniato proprio con l’avvento della psicanalisi. Per automatismo si intende il trasferimento automatico delle immagini, senza il controllo della ragione, lasciandosi trasportare senza alcun vincolo logico. Nel primo Manifesto Surrealista del 1924, André Breton, lo definì come automatismo psichico puro “al di fuori di ogni  preoccupazione estetica e morale, quest’ ultimo è strettamente correlato al metodo paranoico-critico, utilizzato da Salvador Dalì, il quale considerava la paranoia come una malattia mentale cronica basata sulle delusioni sistematiche, in grado di diventare vere e proprie manie di persecuzione e di grandezza, con o senza allucinazioni annesse.
Il processo critico consiste invece nella razionalizzazione del delirio, quindi una sorta di schematizzazione razionale, che riesce a conferire alle immagini una vera e propria forma pittorica, permettendo all’artista di fissarle sulla tela. Attraverso questo metodo si è enfatizzato ciò che Freud aveva scoperto con i suoi studi sulla psiche umana, ovvero che l’inconscio non deve essere inteso soltanto come una dimensione psichica che l’arte indaga ma come  la dimensione dell’arte stessa.

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