Politically correct: ecco come si è evoluto nel 2021
Ormai sembra essere di moda etichettare di razzismo, omofobia e misoginia pellicole e classici letterari del passato
In quest’ultimo periodo la teoria del “politically correct” (politicamente corretto) è eccessivamente esplosa, riuscendo ad attaccare anche i grandi classici come l’Odissea di Omero, il film del 1940 “Via col vento” e il celeberrimo “Grease” di Randal Kleiser.
L’Odissea è stata rimossa addirittura dal programma scolastico americano. Frutto di ciò è il movimento #DisruptTexts, che ha definito Omero sia fautore della cosidetta “mascolinità tossica”, sia razzista, in quanto i suoi eroi sono tutti descritti dai capelli biondi e dalla pelle bianca. Quindi, non conforme su genere e su razza. Problema ancor più grande sta nel fatto che molti sostenitori di questo movimento sono professori, burocrati e ideologi della teoria critica. Sorge spontaneo, dunque, chiedersi come persone così acculturate non riescano a comprendere che i testi classici, come in realtà tutti i testi letterari, rispecchino la mentalità dell’epoca.
Ma passiamo a “Via col vento”, opera che si ispira all’omonimo romanzo di Margaret Mitchel. Questo film è stato definito a sua volta razzista poiché, nella pellicola, i personaggi afroamericani vengono mostrati unicamente in atteggiamenti servili. Esempio lampante è il personaggio di “Mamy”, interpretato da Hattie Mcdaniel, che vincerà poi l’Oscar grazie a questo personaggio. Ed è proprio il contesto della premiazione che ci fa capire in che circostanze è nato il film: infatti, l’attrice sarà costretta in seguito a partecipare alla premiazione seduta in un settore diverso rispetto a quello del cast “bianco”. E quindi si ripete, nuovamente, il concetto di mentalità dell’epoca che forse troppe persone stanno man mano dimenticando.
Dopo “Via col vento” è toccato a “Grease” affrontare il “politically correct” dei giovani che sostengono i movimenti “Me too” (femminista) e Black Lives Metter (lotta contro il razzismo). Il musical è stato definito “sessista”, “omofobo”, “eccessivamente bianco”, “misogino” e “incitante allo stupro”. Questi sostenitori invitano le donne a non cambiare per conquistare un uomo come Danny Zuko (John Travolta), ma apparentemente nessuno ha notato che anche quest’ultimo subisce un cambiamento per l’amore di Sandy Olsson (Olivia Newton-John). Anche il personaggio di Rizzo (Stockard Channing) è stato difeso: gli spettatori hanno sostenuto che nella pellicola le venga attribuito, velatamente e dopo aver avuto rapporti sessuali non protetti, l’appellativo di “slut-shaming” (far sentire una donna colpevole o inferiore per determinati comportamenti o desideri sessuali). Successivamente il personaggio di Vince Fontaine (Edd Byrnes) è stato accusato di omofobia, poiché invita i partecipanti al ballo a non formare coppie dello stesso sesso.
Il politically correct ha solo pregi o può essere un’arma a doppio taglio?
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2 Comments
Bellissimo articolo.
Complimenti alla scrittrice
ottime argomentazioni, brillante esposizione. A parer mio può essere un’arma a doppio taglio… ma chissà ??♀️ ? un bacio