La Regina degli Scacchi: genio al femminile
La Regina degli Scacchi è il fenomeno editoriale che ha spopolato tra le letture di quest’anno, soprattutto grazie all’omonima serie originale Netflix
Tutto il successo nasce dalla penna dello scrittore americano Walter Tevis: egli ha creato un personaggio interessante e curioso già alla tenera età di otto anni, quando il mondo dovrebbe essere fatto solo di coccole e famiglia; ma per Beth Harmon neanche l’infanzia è stata ordinaria.
Quando si pensa al gioco degli scacchi lo si associa subito a un passatempo per pochi, poiché occorre concentrazione, fantasia, precisione; nella mente della protagonista, invece, è come se assumesse un valore diverso e viene visto come un gioco in cui il giocatore può decidere se e quando attaccare, difendersi, mostrarsi debole o dimostrare il suo valore.
Il libro La Regina degli Scacchi non è semplicemente il racconto di una giovane bambina prodigio che impara a giocare e cresce fino a diventare la migliore. La protagonista vede in quelle caselle bianche e nere tutte le possibilità che il gioco offre e spetta a lei pensare e capire quale mossa la porterà alla vittoria e quale alla sconfitta.
Forse è troppo audace pensare in un riflesso della vita della protagonista nel gioco degli scacchi, ma senza alcun dubbio, di fronte alle sconfitte, alle batoste e agli errori della vita, la giovane e talentuosa Beth risponde, almeno in quel piccolo campo, con tattiche e attacchi vincenti che la fanno sentire sicura di sé, padrona delle proprie scelte.
Disarmante è la lucidità e la fermezza con cui affronta ogni partita, figurandosi e prevedendo ogni mossa che la farà uscire a testa alta. Ma non si tratta solo delle sue scelte. Leggendo questo libro è inevitabile pensare come, a volte, nonostante le persone facciano del proprio meglio, ci potrà sempre essere una risposta esterna di rimando, una conseguenza non prevista che farà crollare le aspettative.
E, allora, ancora Beth insegna a rivedere la partita, a capire gli errori commessi, quelli affrettati e quelli non pensati. Perché se gli errori e i buchi della sua vita privata, tra lutti, dipendenze e solitudine, non sono semplici da riparare, sa che invece quel mondo può controllarlo e cambiarlo.
Lei stessa afferma la verità che ha imparato vivendo e giocando, dicendo “Mi sento sicura, lì. […] So che se mi faccio male è solo colpa mia”; rispetto a un mondo in cui, nonostante le difese, qualcuno può sempre farti del male.
In più, la nostra protagonista affronta una duplice prova, dovendo dimostrare il suo vero potenziale in un ambiente tutto al maschile, e molto spesso i riconoscimenti e la fama le vengono riconosciuti solo in quanto donna, suscitando in lei ancor di più il desiderio di riscatto e vittoria.
Perché l’essere donna non deve comportare un diverso metro di giudizio, né l’essere donna deve essere un criterio di diversità e né, di conseguenza, il successo di una donna deve essere interpretato come un’anomalia.
I valori e le capacità di una donna, in qualsiasi campo, come quelli di Beth sugli scacchi, devono solo essere sinonimi di una mente lucida, grande intelligenza e spirito di miglioramento. In pratica, un esempio da seguire per tutti, sia uomini che donne.
Per La Regina degli Scacchi, allora, meritato è il titolo di Oscar Absolute da parte della casa editrice Mondadori e di seguito troverete il link per dare un’occhiata a tutti i titoli di Oscar Mondadori
Vi ricordo di seguirci sui nostri profili Instagram e Tik Tok per notizie, anteprime, video, Reels e tanto altro. Seguici anche su Facebook! Non dimenticate di supportare i nostri podcast su Spotify!