La lingua italiana ha subito la contaminazione del Covid

 Il virus ha contaminato anche la lingua italiana (e non solo)

Con l’aumento del 26% degli acquisti di libri cartacei, e la maggiore divulgazione culturale per via web, il 2021 sembra essere l’anno del progresso culturale. La lingua, in continua trasformazione, si nutre e dipende costantemente dell’evoluzione letteraria, ma non solo. Altri fattori, come quello sociale e quello politico, non sono meno influenti per le realtà linguistiche, e portano alla nascita di neologismi e altre mutazioni linguistiche.
Dal 2020, con l’affermazione della pandemia, infatti, sono state introdotti 600 nuovi termini in diverse nuove edizioni di molti dizionari. Le parole più comuni sono: Covid-19, lockdown, distanziamento sociale, spillover, droplet, autoquarantena, quarantenare, tamponare, biocontenimento. Non mancano infodemia e contact tracing.

La lingua è lo strumento necessario per la comunicazione tra due o più individui e, quindi, la creazione di nuovi termini comuni a tutte le nazioni permette di arricchire il rapporto internazionale. Ovviamente, era necessario che la maggior parte delle nuove parole venissero tradotte nelle diverse lingue, ma c’è un termine di cui non hanno trovato traduzioni corrispondenti: «Lockdown è qualcosa di nuovo, non paragonabile a qualcosa che è successo prima, come è capitato realmente» dice Bianca Gismondi, responsabile lessicografica dei vocabolari Le Monnier – Mondadori Education.

La storia ci ha insegnato che, in una nazione, l’affermazione di una lingua unica rafforza inevitabilmente l’unione tra gli individui che la appartengono. La nascita di queste nuove parole ci ha reso parte di un’astratta comunità in quanto, inconsciamente e inevitabilmente, abbiamo usato insieme parole che prima d’ora non sarebbero mai state accettate (come ad esempio ‘tamponare’ o ‘quarantenare’).

Ma è giusto notare che durante il covid non solo sono state introdotti nuovi termini, ma è stato perfezionato l’utilizzo di quelli vecchi, come ad esempio “assembrare” e “assemblare”.

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