G20 e COP26: cosa hanno concluso i vertici mondiali?

G20 e COP26, i vertici mondiali si sono incontrati per discutere sul futuro

Si è da poco concluso il Summit G20 che ha visto come protagonisti i più grandi esponenti della politica mondiale. La nostra capitale, Roma, ha fatto da cornice agli accordi che i rappresentanti dei 20 Paesi membri hanno stretto nelle ultime ore.
Gli obiettivi comuni vertevano, in primis, sul sanamento della crisi climatica, per poi passare a problematiche finanziarie e sanitarie, alle quali i leader politici hanno cercato, con non pochi sforzi, di dare più di una risposta concreta.
I punti cruciali della discussione sono stati tutti apertamente dibattuti e così il G20 si chiude con la pubblicazione della Dichiarazione conclusiva, scritta e firmata dalla maggior parte dei paesi membri. Quest’ultima si esprime sulla transazione ecologica che tutti dobbiamo auspicarci entro la metà del secolo.
Inutile ribadire gli obiettivi e le urgenze che i cittadini hanno ormai ben chiari, bensì, c’è da riflettere sulle opinioni che i diversi Stati hanno reso note durante la conferenza.
La mancata partecipazione di alcuni dei paesi più inquinanti del mondo, quali Cina e India, crea non poco disappunto. Queste potenze mondiali non riusciranno a realizzare gli obiettivi prefissati né manifestano grande interesse in merito. A questi eventi, succedono una serie di errori e dimenticanze che hanno reso assurda la dinamica degli incontri ufficiali.
Da poco, il gruppo di rappresentanti si è spostato da Roma a Glasgow, con l’intento di aggiungere nuove sedute alla conferenza sul clima. In questi giorni, ci aspettiamo la presenza sul ‘’red carpet’’ di celebrità del calibro di Leonardo Di Caprio, Bill Gates e Jeff Bezos. Al contempo, in piazza, si svolgono proteste e manifestazioni ad opera degli ambientalisti.
Le contraddizioni sono ormai all’ordine del giorno e in molti temono che le promesse fatte dalla politica siano frutto del ‘’bla bla bla’’ che già la nota attivista svedese, Greta Thumberg, aveva evidenziato.

Con più dubbi che soluzioni all’orizzonte, viene spontaneo chiedersi se la filosofia e le parole siano sufficienti in tema di crisi climatica, o servano, in sostanza, leggi e manovre economiche che solo la politica ad oggi può avviare.

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