Disturbi del comportamento alimentare, ne parliamo con la Dott.ssa Aviani
I disturbi del comportamento alimentare (DCA) o disturbi dell’alimentazione sono patologie che, secondo la SISDCA, in Italia colpiscono almeno 8.500 persone ogni anno
Ci può dire come si classificano tali disturbi e quali sintomi presentano?
“Tra i DCA troviamo l’Anoressia Nervosa, la Bulimia, ma anche il Disturbo da Alimentazione Incontrollata (o Binge Eating). Tra i sintomi più comuni riscontreremo Una diminuzione dell’introito del cibo/una sovralimentazione, periodi di digiuno, momenti in cui si possono manifestare delle crisi bulimiche (cioè l’ingerimento di una grande quantità di cibo in poco tempo), vomito autoindotto per gestire/controllare il peso corporeo. Ogni disturbo del comportamento alimentare ha delle caratteristiche più specifiche che permettono allo psicoterapeuta e/o allo psichiatra di diagnosticarlo, anche se spesso possono verificarsi diversi sintomi: difficilmente avremo una problematica “pura”.”
A volte i disturbi alimentari sono visti come una fase di passaggio durante l’adolescenza e vengono sottovalutati. In base alla sua esperienza, perché questo succede?
“Escludendo o integrando eventuali fattori predisponenti a livello genetico, spesso tali disturbi sono sofferti già da persone dello stesso nucleo familiare. Uno dei motivi di una cura precoce o di mancata prevenzione può essere proprio questo: i familiari che ne hanno sofferto in passato e/o che ne soffrono, tendono a sottovalutare tale situazione anche nel periodo adolescenziale perché ci sarà una scarsa consapevolezza e/o abitudini alimentari sregolate già nella quotidianità.”
Come si può aiutare una persona che ne soffre?
“Ulteriori fattori predisponenti saranno una bassa autostima della persona, difficoltà interpersonali/relazionali, un’immagine corporea distorta (vedi articolo “Immagine corporea” nella nostra rubrica settimanale), una tendenza al perfezionismo, ma anche la percezione di insoddisfazione in alcuni ambiti della vita (ad es. lavoro, amicizie, famiglia…), un rapporto disfunzionale con la propria famiglia/amici/relazioni sentimentali: non dimentichiamo che il cibo è strettamente correlato alle nostre emozioni! Basti pensare al bambino che, appena nato, ha necessità di una figura adulta per potersi nutrire (e soddisfare i propri bisogni primari e di cura più in generale). Detto ciò, un buon ascolto, un dialogo autentico e la volontà di mettersi in gioco da parte di entrambe le persone, sicuramente possono essere qualcosa di molto importante per colui/colei che ne soffre. Ma attenzione: con i DCA non si scherza, ed è fondamentale chiedere un supporto psicoterapeutico accanto all’amore e alle attenzioni che ognuno di noi è in grado di dare, altrimenti ci ritroveremo anche noi in un vortice che tenderà inevitabilmente a portarci “verso il fondo dell’oceano…” emotivo del* dirett* interessat*.”
Può spiegare come avviene il percorso terapeutico quando si presenta una persona con un disturbo alimentare?
“È importante tenere in considerazione a che livello è arrivato il DCA della persona interessata. Sicuramente il percorso psicoterapeutico non potrà essere inferiore ad un anno o due, in quanto sarà fondamentale avere il tempo necessario di esplorare i diversi ambiti della vita della persona che sono inevitabilmente implicati… e spesso “annodati tra loro”. È un po’ come sciogliere il bandolo di una matassa: grazie alla relazione terapeutica pian piano, imparando a contenere e a gestire i vissuti indirizzandoli in modo funzionale alla propria vita quotidiana, sarà possibile vivere una vita più serena, completa e soddisfacente dei diversi ambiti.”
Come si può raggiungere una diversa consapevolezza di se stessi e del proprio corpo?
“Con la Psicoterapia Psicoanalitica Psicodinamica si andranno ad affrontare le principali tematiche che sottendono i DCA tra cui: bassa autostima, ansia, sintomi ossessivi, pensieri di autocritica frequenti, sbalzi d’umore e depressione, irritabilità, ecc. Potrà essere incluso anche il contesto familiare/genitoriale, in modo tale da creare una rete solida relazionale, soddisfacente e “sicura”. Facendo questo tipo di lavoro, sicuramente inizialmente frustrante, sarà inevitabilmente implicata una consapevolezza di sé gradualmente maggiore, che permetterà allo stesso tempo di raggiungere quegli obiettivi “a lungo termine” di qualità di vita complessivamente più soddisfacente.”
Psicologa Clinica
Dott.ssa Silvia Aviani
@psicologa_silvia_aviani
+39 328 846 49 57
EP. 1 Ansia, ne parliamo con la Dott.ssa Aviani
EP. 2 Immagine corporea, ne parliamo con la Dott.ssa Aviani
EP. 3 Narcisismo, ne parliamo con la Dott.ssa Aviani
EP. 4 Stress, ne parliamo con la Dott.ssa Aviani
EP. 5 Depressione, ne parliamo con la Dott.ssa Aviani
EP. 6 Ipocondria, ne parliamo con la Dott.ssa Aviani
EP. 7 Autostima, ne parliamo con la Dott.ssa Aviani
EP. 8 Filofobia, ne parliamo con la Dott.ssa Aviani
EP. 9 Supporto Psicologico, ne parliamo con la Dott.ssa Aviani
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1999, Napoli, studio Scienze della comunicazione e amo dare voce a ciò che passa per la mia testa.