Banksy: street artist a metà tra l’ironia ed il mistero ?
Uno studente? Un collettivo di artisti? Un insegnante? Chi si nasconde sotto il cappuccio nero dell’artista Banksy?
Banksy è considerato uno degli artisti contemporanei più famosi della street art e di conseguenza, reattivo alle problematiche attuali cronicizzate del nostro tempo, noto in tutto il mondo per i suoi murales originali ed anticonformisti è riuscito con genialità, furbizia ed irriverenza ad utilizzare la sua arte come mezzo di comunicazione, per dichiarare il suo dissenso in particolar modo, nei confronti della politica.
È sorprendente, che seppur si manifesti come “critico black”, il suo obiettivo è di trasmettere messaggi positivi, utilizzando sempre forti contrasti. In Banksy troviamo una ricerca analitica della realtà: egli prende spunto da un’immagine per catapultarci nei problemi più insidiosi della nostra società.
Il tema della speranza è ricorrente, ed è rappresentato spesso da fiori colorati, in antitesi con il nero del resto delle opere. È ancora un mistero la sua vera identità , alcuni pensano sia robin Gunningham studente della Bristol Cathedral Choir School, altri pensano sia Robert del Naja dei massiveattck, altri ancora ritengono sia una donna o addirittura un collettivo di artisti, una cosa è certa chiunque sia, chiunque si nasconda dietro quel cappuccio, può considerarsi, un illusionista delle arti figurative, in grado di creare all’interno dei musei, meccanismi pazzeschi per illuminare la coscienza degli osservatori. È congeniale all’artista servirsi dell’improvvisazione per attirare a sé l’attenzione degli astanti e lasciare un segno nel web.
Banksy affronta argomenti come l’immigrazione, i senza tetto, l’omofobia, il covid19, tali messaggi risultano immediati, provocatori ed incisivi ma soprattutto fondamentali per il momento storico che noi tutti stiamo vivendo, in un mondo dove è difficile credere e dilaga lo scetticismo.
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