Atletica in crisi: Olimpiadi già dimenticate?

Le Olimpiadi non producono ancora gli effetti sperati: weekend di gare quasi deserte al Virgiliano di Napoli

Si è appena concluso il primo weekend di gare autunnale nella solita cornice del Virgiliano di Napoli. L’atmosfera che si è respirata attorno all’Atletica leggera durante questi due giorni non è certamente quella che ci si aspettava a seguito di Tokyo 2020. Olimpiadi che entrano di diritto nella storia dello sport italiano: superata la soglia delle 40 medaglie complessive, di cui ben cinque, d’oro, provenienti dall’Atletica leggera. Si ricordi quel pazzesco 1 Agosto dove, in soli dieci minuti, Tamberi e Jacobs conquistarono l’Olimpo, rispettivamente nel salto in alto e nei 100 metri.

A tal proposito, recentemente si è espresso il Presidente della Federazione Italiana di Atletica Leggera (FIDAL), Stefano Mei: “Tokyo 2020 resterà indelebilmente nei nostri cuori: l’auspicio è che rinasca il movimento dell’Atletica in Italia”. Così ha affermato l’ex mezzofondista pluricampione italiano ed europeo, da quest’anno ai vertici della Federazione. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Filippo Tortu, campione olimpico nella 4×100: “Portate i vostri figli a fare sport, qualunque esso sia. Lo sport è determinante per la crescita sia fisica che mentale dei giovani”. 

Tutti gli appassionati di Atletica hanno percepito dalle Olimpiadi di Tokyo un sapore di rinascita. La definitiva rivalsa dei valori e delle emozioni che soltanto la corsa può dare. Il sogno di vedere gli stadi pieni, ma non per una partita di calcio. Jacobs, Tamberi, Palmisano e Stano hanno coinvolto emotivamente tutti gli italiani, nessuno escluso. Tuttavia, pare che l’effetto sia già svanito. Come se ognuno fosse tornato alla vita di prima. Come se le Olimpiadi fossero semplicemente dieci giorni di gare ogni quattro anni in cui si assegnano le medaglie ai più forti. Così detta sembrerebbe rasentare l’assurdità. Eppure, è tristemente vero.

La sorpresa Olimpiadi non migliora la triste abitudine dell’Atletica campana: neanche dieci atleti per gara ai Campionati Regionali Individuali

I Campionati Regionali Individuali sono uno degli appuntamenti più attesi da ogni atleta durante l’anno agonistico: nel weekend appena passato, si assegnavano i titoli di “Campione Regionale”, dalla categoria cadetti (U16) a quella promesse (U23). Per quanto concerne gli U16, a ingolosire il loro weekend di gare, ci avrebbe pensato la manifestazione più attesa e agognata da ogni cadetto: i Campionati Italiani Individuali, per la cui partecipazione bisogna battagliare nelle competizioni regionali. L’appuntamento per quest’anno è fissato a Parma, dal 1 al 3 Ottobre: un motivo in più, per i cadetti, non solo di presenziare alle gare, ma di competere al massimo per un biglietto del treno diretto in Emilia.

Tuttavia, nonostante ci fossero tutte le carte in regola per uno spettacolo assicurato, i Campionati Regionali verranno ricordati per esiguità di iscritti per gara, oltre che per una carenza tecnica relativa a performance per lo più di basso livello. D’altronde, sono anni che la Campania occupa la parte destra della classifica per regioni ai Campionati Italiani, facendosi puntualmente scavalcare da regioni all’apparenza inarrivabili come Lazio, Lombardia, Veneto, Piemonte, Toscana ed Emilia Romagna.

Morale della favola? Non basta un’Olimpiade memorabile per colmare i danni arrecati all’Atletica campana e meridionale dall’insufficienza di fondi da investire, di cultura da diffondere e di valori da trasmettere.

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