Argentina: tra pandemia e debito con Ludovico Mori
Argentina: tra pandemia da Covid-19 e crisi del debito, corrono tempi duri. Lo conferma la restimonianza del giornalista Ludovico Mori
L’Argentina sta attraversano un periodo a dir poco complicato. L’ennesimo, della propria storia. Tra crisi del debito e lotta alla pandemia da Covid-19 che procede a rilento, il Paese è in grande difficoltà. A fornirci un’analisi accurata di ciò che sta succedendo in queste settimane nello stato sudamericano è Ludovico Mori, giornalista di Agenzia Nova e corrispondente dall’Argentina.
Nonostante l’arrivo dei vaccini, i casi sono ancora in aumento. Come mai?
«In Argentina ci si aspettava la seconda ondata di contagi, come successo in Brasile. C’era molta paura per la diffusione della variante brasiliana, con allarmi provenienti anche dalle autorità sanitarie».
Quindi il vaccino Sputnik V, il più usato in Argentina, non sta facendo effetto?
«Quasi tutte le persone over 80 sono vaccinati, così come il personale sanitario. Dopodichè, però, non c’è una percentuale di vaccinati sufficiente a contrastare l’avanzata del virus. L’Argentina è indietro con la campagna vaccinale perchè ha avuto problemi con gli approvvigionamenti: aveva puntato tutto proprio sul siero Sputnik, l’ultimo lotto è arrivato qualche giorno fa. Vengono spediti con voli settimanali, per consentire una sorta di accelerata. Proprio in questa settimana dovrebbero arrivare ulteriori dosi, di cui in buona parte AstraZeneca prodotte in Argentina per poi essere invasate in Messico. Lì però, a loro volta, hanno fatto difficoltà a procurarsi le ampolle di vetro, prima fornite dagli Stati Uniti. La catena di produzione quindi si è bloccata, ma in questi giorni c’è stato un annuncio da parte del presidente argentino Fernandez per rassicurare che arriveranno nuove dosi. Quanto fatto fin qui, tuttavia, non è bastato».
Veniamo al lockdown di quest giorni.
«Il lockdown parziale è stato decretato a partire da venerdì notte, per la durata totale di 9 giorni e nel quale rientrano quasi tutte le principali città argentine: Rosario, Cordoba, Santa Fe… Il fatto è che il governo ha preso questa decisione molto a malincuore, 9 giorni poi sono pochi per spezzare la catena dei contagi. Il problema di cui tenere conto, però è quello economico: l’Argentina affronta la pandemia in una situazione di quasi default del debito estero. C’è una trattativa in piedi con il Fondo Monetario Internazionale per destrutturare un debito di circa 44 miliardi di dollari. Va programmato un nuovo piano di assistenza con il FMI per avere un panorama più “sereno” dal punto di vista delle scadenze dei pagamenti del debito. L’Argentina punta a liberarsi nei prossimi 4 anni di quasi tutte le scadenze, facendo un nuovo accordo per non pagare in questi primi 4 anni. Questo apre, a livello finanziario, un nuovo margine per affrontare la crisi economica. Quando l’Argentina ha assunto Alberto Fernandez, veniva già da una forte recessione, alla quale si è sommata la crisi del debito stratosferico preso col FMI a condizioni molto dure. E ovviamente a tutto ciò si è aggiunta la pandemia. Alla fine del 2020, il PIL argentino è crollato del 10%. Attualmente, non ci sono i soldi per finanziare un nuovo lockdown duro come quello imposto all’inizio dello scorso anno. Non ci sono margini per smettere di lavorare, c’è un tasso di impiego irregolare troppo alto».
Tornando al vaccino AstraZeneca, che in Italia ha destato una certa preoccupazione. In Argentina aspettate oltre 22 milioni di dosi di questo siero: come è stato (e sarà) accolto?
«No, credo che in Europa la preoccupazione per questo vaccino sia stata del tutto irrazionale. Penso sia stata criticata maggiormente per gli accordi economici, non rispettati fino in fondo dall’azienda. Ma i rischi sollevati in Europa sono prossimi allo zero. Qui in Argentina non ci si è posti un problema del genere, c’era molta più attesa per l’arrivo di questi sieri che la voglia di discutere della sua efficacia. La paura, appunto, era che arrivassero troppo tardi o che non arrivassero proprio. A livello sanitario, le strutture argentine sono quasi al collasso. Un mese fa abbiamo intervistato il direttore di un servizio di assicurazione medica privata: questo tipo di strutture sono quelle entrate maggiormente in crisi».
Se ti sei perso l’intervista con Francesco Costa, clicca qui.
Ti ricordo di seguirci sui nostri profili Instagram e Tik Tok per notizie, anteprime, video, Reels e tanto altro. Seguici anche su Facebook! Non dimenticare di supportare i nostri podcast su Spotify!
