17 giugno, nel 1970 la Partita del Secolo
17 giugno, la rassegna stampa. Esattamente 51 anni fa, si disputeva la Partita del Secolo. L’Italia batteva la Germania per 4 reti a 3
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Buongiorno e buon 17 giugno a tutti i lettori di News-net.it. Esattamente 51 anni fa, si disputava la Partita del secolo a Città del Messico: Italia – Germania.
Il calcio d’inizio è affidato alla nazionale di Ferruccio Valcareggi, che già dal primo minuto inizia a tessere la sua ragnatela di passaggi, in modo tale da stancare l’avversario, scongiurare i tentativi di attacco e preservare il possesso palla. La partita si sblocca già all’8′ minuto di gioco: al termine di una bella combinazione con Riva, Boninsegna, appena ricevuto il pallone, viene prontamente accerchiato dal reparto difensivo tedesco, il quale però non può nulla contro il potente mancino dalla distanza del numero 20, che batte Sepp Maier. Per i seguenti ottanta minuti l’Italia gioca una partita attendista, tenendo sulle spine i teutonici con alcune insidiose ripartenze. Seeler non riesce a trovare spazio, Müller manca il bersaglio, l’arbitro dà una mano agli italiani non concedendo almeno un calcio di rigore (saranno tre gli episodi dubbi). Il capitano teutonico Beckenbauer, a seguito di un infortunio occorso al 65′ che gli causa la lussazione di una spalla, resta stoicamente in campo (la Germania Ovest aveva appena effettuato la seconda sostituzione, l’ultima consentita dal regolamento), giocando con un braccio fasciato lungo il corpo e guida gli attacchi con decisione. Il portiere italiano Enrico Albertosi, graziato al 64′ dalla traversa presa da Overath, a un minuto dalla fine salva il risultato deviando un pericoloso colpo di testa dell’indomito Seeler.
È il milanista Schnellinger, al suo primo gol (rimarrà l’unico) con la nazionale, a portare la gara in parità due minuti e mezzo oltre i tempi regolamentari. La cosa all’epoca era insolita e spiega la delusione e lo sconcerto del telecronista Nando Martellini che al fischio finale dei tempi regolamentari dice al microfono: «Due minuti oltre il tempo regolamentare: un recupero clamoroso concesso dall’arbitro Yamasaki!»
Iniziano così i tempi supplementari che, per la straordinaria densità di emozioni offerte, sono entrati nella storia del calcio.
Al 94′ la Germania Ovest passa con un gol di Müller, abile a sfruttare un errato tocco del numero 4 Poletti, il quale non riesce a spazzare dopo un debole colpo di testa di Seeler.
Risponde 4 minuti dopo un difensore azzurro, Burgnich (anche lui tutt’altro che un cannoniere), su un grave errore difensivo tedesco a seguito di un calcio piazzato messo in mezzo da Rivera.
A quel punto l’Italia spinge e, a sessanta secondi dalla fine del primo tempo supplementare, passa addirittura in vantaggio. Straordinario assolo di Riva su assist dalla fascia di Domenghini, dribbling secco e sinistro micidiale: 3-2. A posteriori si è stata ipotizzata un’imprecisione di Maier nel tentativo di parata.
I tedeschi occidentali non si arrendono e anzi al 110′ trovano il pareggio: pallone scodellato in area da calcio d’angolo, stacco di testa poderoso di Seeler, “torre” per Müller che prolunga in tuffo trovando uno spiraglio tra Rivera e il palo. Albertosi non nasconde affatto il suo rincrescimento nei confronti del numero 14, conscio che quell’errore poteva rivelarsi fondamentale per le sorti della gara (il fantasista era lì a protezione di quella porzione di porta).
Ma gli Azzurri si scuotono e trascorsi pochi secondi si lanciano in avanti, riportandosi in vantaggio: grazie ad un’azione corale di undici passaggi e una palla servita rasoterra all’indietro da Boninsegna, lo stesso Rivera supera di piatto Maier. È la rete del 4-3 decisivo.
Al triplice fischio, la nazionale italiana raggiunge la finale di un mondiale dopo 32 anni. Per tutta la notte nelle piazze del Bel Paese l’impresa viene festeggiata come la vittoria del campionato stesso. Le cinque reti messe a segno da entrambe le squadre nei trenta minuti dell’extra-time, così come le tre italiane, rappresentano un primato per un incontro della fase finale di un mondiale.
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